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Teatro Sociale di Como

Sala Bianca, domenica 23 novembre 2025, ore 11:00


Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Le tre Partite a violino solo


Partita n. 1 in Si minore BWV 1002

Partita n. 2 in Re minore BWV 1004

Partita n. 3 in Mi maggiore BWV 1006


Fulvio Luciani, violino



Si completa con le tre Partite il ciclo dei Sei Solo bachiani iniziato nella scorsa stagione con le tre Sonate.


Partita è un nome arcaico della Suite, una composizione in più movimenti, ciascuno dei quali rimanda a una danza di cui porta il nome, Allemanda, Corrente e così via.

Ma la corrispondenza tra Partita e Suite contiene in sé una certa ambiguità, perché se la Suite è una successione di danze piuttosto libera, un montaggio, o se preferite un caleidoscopio, un florilegio di caratteri diversi, la Partita – dal latino pars, ‘parte’ – nasce invece come forma di variazioni, generata dunque da una sola idea, con forte unità e coerenza.

La prima delle Partite a violino solo di Bach, quella in Si minore, esibisce questo carattere con ostentazione: tutti i movimenti sono ostinatamente in Si minore, e ognuno è seguito da un suo doppio, un Double, che ne costituisce una ripetizione variata così significativa da essere diventata un movimento a sé.


Ognuna delle Partite contiene un movimento che fa eccezione rispetto alla successione standardizzata della suite strumentale: Allemanda, Corrente, Sarabanda e Giga. Nella prima Partita è il Tempo di Borea, chissà in che modo legato al vento del nord, o alle personificazioni divine dei venti per gli antichi Greci; nella seconda è la celeberrima Ciaccona, una delle pagine capitali dell’intera storia della musica, da cui è iniziata la riscoperta del Bach violinistico intorno a metà Ottocento; nella terza Partita è la Loure, il cui nome si rifà ad una antica cornamusa della Normandia.


Ma quello di Bach è un gioco di rimandi sottilissimo, in cui niente è ciò che appare: le danze non sono quelle che un tempo venivano ballate, sono piuttosto delle loro riverberazioni, dei loro fantasmi portati entro il territorio di un linguaggio extra colto esclusivamente strumentale.


Nemmeno il terreno di gioco è quello profano e popolare che ci aspetteremmo, trattandosi, appunto, di danze. Non era stato così nemmeno la volta scorsa, quando in scena erano andate le Sonate. La forma della Sonata strumentale deriva, secondo tradizione, della Sonata da chiesa, con la sua severità di linguaggio. Ma anche lì c’era stata un’incursione profana, costituita dalla Siciliana della Sonata in Sol minore.

Come dicevamo, le Sonate e Partite per violino solo di Johann Sebastian Bach sono, per i violinisti, un libro di magia.

foto melina massiotta