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Secondo concerto del ciclo Beethoven a Milano


Secondo concerto del ciclo per laVerdi che raccoglie tutte le Sonate di Beethoven nel percorso poetico e personale tracciato dal duo formato dal violinista Fulvio Luciani e dal pianista Massimiliano Motterle.


A Beethoven ci si è sempre riferiti: volendolo, non potendolo evitare, volendone fare a meno con tutte le forze, ma a Beethoven, come a Shakespeare, come a Dante, come a Michelangelo, si continua a tornare anche senza sentire il bisogno di farlo attraverso la storia, come fosse parte del pensiero e della sensibilità del presente, e del presente nostro come di tutti i presenti che si sono susseguiti fino a qui. Nella sua opera leggiamo in fondo la nostra storia personale, e viene naturale farlo anche per accostamenti: non le Sonate da sole, come in un esperimento da laboratorio, ma affianco ad altro in cui si specchino e attraverso cui leggerle, seguendo il filo di un discorso che si forma passo passo e in una certa misura da sé. È questo il modo che abbiamo scelto per percorrere l’opera per pianoforte e violino di Beethoven: più un’idea poetica che non una visione scientifica.


Il prossimo concerto riunisce una coppia di Sonate beethoveniane pensate per essere pubblicate e suonate insieme, le Sonate op.23 e op.24, quest’ultima nota come “la Primavera”, e le accosta ad una Sonata scritta esattamente un secolo più tardi dal compositore americano Charles Ives, la seconda delle sue quattro. Un secolo può essere moltissimo, e certo può non esserci maggior distanza che non tra la Vienna di Beethoven e l’America di Ives, che faceva l’assicuratore. Eppure, in qualcosa le due psicologie si assomigliano, nella caparbietà, nell’idealismo, nella scelta di un linguaggio che è libero e solo proprio. Ma quel che impressiona è la distanza tra la logica della scrittura beethoveniana, tutta interna alla musica, e l’apparente casualità di quella ivesiana: da una parte addirittura un super-organismo costituito non da una ma addirittura due Sonate, dall’altra una Sonata dichiarata tale in cui non possiamo riconoscere niente di ciò a cui siamo abituati, che sembra l'esito di coincidenze e sovrapposizioni casuali: più uno spazio di ascolto, in cui a tratti sembra risuonare di tutto, che un pezzo vero e proprio. L’esito, però, non è così distante, nel rivelare, nell’uno e nell’altro caso, una sua poesia.



Al ciclo per laVerdi si lega un progetto di formazione presso l’Università Bicocca, e un ciclo di conferenze in cui, strumento alla mano, Luciani e Motterle leggono le Sonate una a una e affrontano, con l’ausilio anche di rari filmati storici, i grandi temi dell’interpretazione beethoveniana al giorno d’oggi. La seconda conferenza, presso l’Università, sarà incentrata sulla Sonata op.24 e sullo specifico italiano dell’esecuzione beethoveniana, con ascolti rarissimi.




conferenza:


Università degli Studi di Milano Bicocca

Edificio U6, aula 7, piano terra

Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1

mercoledì 20 gennaio 2016 - ore 18


Una stazione di passaggio di una strada secondaria: una via italiana a Beethoven.

La Sonata in fa maggiore op.24 “la Primavera”




concerto:


M.A.C. Piazza Tito Lucrezio Caro 1 - Milano

domenica 24 gennaio 2016 - ore 11.30


Beethoven, l’invenzione della musica 2


Ludwig van Beethoven: Sonata in la minore op.23 (1801)

Charles Ives: Sonata n.2 per violino e pianoforte (1902-1910)

Ludwig van Beethoven: Sonata in fa maggiore op.24 "la Primavera" (1801)




Fulvio Luciani, violino

Massimiliano Motterle, pianoforte




prossimi appuntamenti:


17 febbraio, conferenza

Schubert, la parte in ombra.

La Sonata di Beethoven in la minore op.23


21 febbraio, concerto

Beethoven, l’invenzione della musica 3 - Schubert, la parte in ombra

Franz Schubert: Sonata in la maggiore op.162 D 574 (1817)

Franz Schubert: Fantasia in do maggiore op.159 D 934 (1827)

Franz Schubert: Rondò brillante in si minore op.70 D 895 (1826)

foto deborah ferrari