notizie

 

Romantico Bach

Le Sonate e Partite nella versione con pianoforte di Schumann, le Sonate per violino e tastiera obbligata, e molto altro che sta loro attorno.



terzo concerto

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, Largo Gustav Mahler

domenica 16 novembre 2014, ore 11.30


Johann Sebastian Bach: Sonata in la minore per violino solo BWV 1003, versione di Robert Schumann con pianoforte

Johannes Brahms: Sonata in fa minore per violino e pianoforte op.120.1, versione originale per violino della prima Sonata per clarinetto

Johann Sebastian Bach: Sonata in la maggiore per violino e cembalo BWV 1015



Fulvio Luciani, violino

Massimiliano Motterle, pianoforte


http://www.laverdi.org/italian/dettaglio_evento_categoria.php?categoriaID=103&eventoID=1069



Misurata dal punto di vista della nostra epoca, l’influenza di Bach è enorme. Non è dunque scontato osservare che il momento in cui inizia ad esercitare la sua azione è nel secolo seguente a quello in cui Bach è vissuto, quasi ottant’anni dopo la morte se prendiamo come riferimento convenzionale la storica esecuzione della Passione secondo Matteo diretta da Mendelssohn a Berlino nel 1829.

Si tratta di uno scarto significativo. C’è da chiedersi cosa l’Ottocento abbia potuto cogliere di Bach, se la sua autentica fisionomia o non piuttosto un qualche aspetto particolare che poteva corrispondere alla sensibilità di quell’epoca. Fu naturalmente la seconda, e da allora, da quella prima traccia nella viva cultura musicale della nostra parte di mondo, la fortuna di Bach non è tramontata, e a lui si è continuato a guardare, affascinati dall’incantesimo di una scrittura nella quale troviamo un’espressività spontanea e potente a dispetto del suo essere un vertice di erudizione e di capacità combinatoria.

Come fu nel caso dell’esecuzione diretta da Mendelssohn, che dava un volto ad un interesse probabilmente latente, pronto a manifestarsi, altrettanto dobbiamo ad una contingenza, che avrebbe potuto non verificarsi o verificarsi chissà quando, la conoscenza del Bach violinistico, quello delle Sonate e Partite. I violinisti non le suonavano, le avevano prese, anzi, per un repertorio di esercizi, e non fosse stato per Mendelssohn, che convinse Ferdinand David a suonare la Ciaccona dalla seconda Partita solo coll’aver scritto una parte di pianoforte a sostegno, avremmo aspettato ancora chissà quanto. Schumann ascoltò quell’esecuzione e decise di dotare di una parte di pianoforte l’intera raccolta: il nostro ciclo è tutto costruito intorno a questa sua versione.


Ogni seria indagine deve il suo successo alla bontà delle fonti che sceglie e alla propria capacità di leggerle, ma il caso della musica presenta molte complicazioni. La scrittura musicale non è che una povera approssimazione della musica in sé, e le descrizioni a parole non aiutano. Quella di Schumann non è una fonte per Bach ma lo è per la sua percezione, perché testimonia la prima traccia della sua accoglienza nella nostra cultura, il primo segno lasciato nelle nostri carni. Nel percorrerla ci siamo chiesti quanto di ciò che diamo per evidente della fisionomia e del contenuto di queste musiche, e delle soluzioni di retorica interpretativa che adottiamo per interpretarle, non venga proprio da essa.

È l’inizio di un gioco di riflessioni, in cui Bach è, com’è di fatto nella percezione della nostra cultura, un compositore dell’Ottocento, viene letto attraverso Schumann e attraverso accostamenti a musiche anche lontane nel tempo e nel linguaggio che per qualche aspetto gli si apparentano e ne costituiscono una lettura a loro volta, e il suo violino è colto nel rapporto con il pianoforte, lo strumento che è il simbolo stesso della poetica romantica. La regola del gioco è di lasciar liberi i fantasmi che abitano la mente e il cuore a nostra insaputa e guidano chi suona a cercare con ferocia quella verità che ci è necessaria nel momento del far musica. Non potrebbe essere l’autentico Bach, ma è il nostro.

romantico bach 3

Romantico Bach 3

foto mario bertodo