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foto Mario Curti

Solo Bach


Le Sonate e Partite per violino solo di Johann Sebastian Bach sono, per i violinisti, un libro di magia.


Per il posto che occupano oggi, al vertice riconosciuto dell’intero repertorio violinistico, sembrerebbe ovvio pensare che siano state costantemente presenti nella nostra cultura, come uno dei suoi valori fondanti. La storia che conosciamo è invece ben diversa: più di un secolo di silenzio fino alla prima esecuzione di cui si sia conservata memoria. Qual è l’opera d’arte che comincia a parlare al mondo a tale distanza dalla sua creazione? Viene da chiedersi a quale epoca appartengano veramente. Non all’epoca in cui sono nate, perché con quell’epoca non hanno dialogato. Forse all’epoca in cui se ne è fatta la prima scoperta? O non piuttosto all’epoca nostra, che però non può in nessun modo ragionevole considerarle proprie se non per l’uso che ne fa?


Polifonia e solitudine: sono queste le ragioni che hanno tenuto i violinisti lontano da queste musiche. Il violino è uno strumento che canta, la polifonia gli è innaturale, eppure Bach non è il primo a provare a scrivere polifonia per il violino solo. Per lui, però, non è questione di trovare il modo di far suonare contemporaneamente più note. Il suo intento supera di molto le limitazioni dello strumento: Bach calcola risonanze, latenze, usa la memoria e le attese dell’ascoltatore a proprio vantaggio, in modo che la polifonia si formi nella mente dell’ascoltatore. Più che tecnica, la sua è una sfida poetica.


Ma, meraviglia della polifonia a parte, è forse proprio la dimensione dell’esecuzione a solo, del colloquio con sé e della riflessione privata cui Bach costringe il violino, la ragione dell’amore che le Sonate e Partite hanno saputo finalmente conquistarsi, il loro motivo di modernità.



Suoni trasfigurati, nuovi spazi


Milano

GAM – Galleria d’Arte Moderna

mercoledì 4 dicembre 2024

ore 18:00

Serate Musicali

Fondazione Pasquale Battista


Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Sonata n. 1 in Sol minore BWV 1001

Sonata n. 2 in La minore BWV 1003

Sonata n. 3 in Do maggiore BWV 1005


Fulvio Luciani, violino




Fulvio Luciani. Violinista di fama internazionale, ha studiato con Paolo Borciani del Quartetto Italiano, Franco Gulli e Norbert Brainin del Quartetto Amadeus. Fondatore del Quartetto Borciani, ha tenuto concerti in tutto il mondo, contribuendo significativamente al repertorio attraverso esecuzioni e registrazioni acclamate dalla critica. Oltre al suo impegno con il quartetto, Luciani ha perseguito una carriera solistica e didattica di successo. Il suo sodalizio con il pianista Massimiliano Motterle è culmi- nato nell’esecuzione di cicli integrali delle sonate per violino e pianoforte di Brahms, Schumann, Bach, Beethoven e Mozart, dimostrando un’intesa unica e una maturità interpretativa. Questo progetto ha ricevuto ampio riconoscimento, incluso l’interesse di Classica HD che ha registrato l’in- tegrale delle sonate di Beethoven, un’impresa notevole per un duo italiano. Luciani è noto per la sua capacità di comunicare profonde emozioni musicali e per il suo impegno nell’educazione, promuovendo la musica classica tra le nuove generazioni. La sua attività concertistica lo ha visto protagonista nei più prestigiosi teatri e festival, collaborando con artisti e orchestre di fama internazionale. La dedizione di Luciani alla musica va oltre l’esecuzione: attraverso la scrittura e l’insegnamento, condivide la sua passione e conoscenza, ispirando studenti e ascoltatori. Con una carriera ricca di successi, Fulvio Luciani continua a essere una voce influente nel mondo della musica classica, celebrato per la sua tecnica raffinata e la spiccata sensibilità interpretativa.